martedì 24 gennaio 2012

Io cielo nel cuore



Titolo: Il cielo nel cuore
Autore: Giovanni Molon
Collana: Narrativa
Data di uscita: Novembre 2011
Pagine: 212
ISBN: 9788866183525
I sogni sono semi della realtà, solo prendendosene cura e coltivandoli possono germogliare. Il destino in parte lo costruiamo noi e in parte è frutto di situazioni imprevedibili, che ci pongono nella condizione obbligatoria di dover scegliere o lasciarci andare... Nella scelta consapevole, doniamo una direzione al nostro vivere. Questa vita propende sempre più ad avvicinarci all ‘essenza che ci compone, donandoci così una chiara direzione ed impronta, tale da distinguerci in questa esperienza chiamata vita. Il Cielo nel Cuore è una forma di “rewind” nel tempo e nelle emozioni, che analizzo riguardando indietro al mio passato, defi nendone la parte più nascosta e intima, cogliendo l’interiorità e le emozioni, quasi mai esternate, che l’ accompagnano.

Link:
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martedì 2 agosto 2011

L'Alfabeto dell'Anima: Il cielo nel cuore

L'Alfabeto dell'Anima: Il cielo nel cuore: "Il Cielo nel Cuore, vuol'essere una forma di introspezione autobiografica, vista da un punto d'osservazione fuori dal tempo, dove riconosc..."

Per inf. o richieste: jon.8@email.it

Il cielo nel cuore



Il Cielo nel Cuore, vuol'essere una forma di introspezione autobiografica, vista da un punto d'osservazione fuori dal tempo, dove riconoscere se stessi, ma non solo, anche alcune situazioni, eventi, casualità che, col senno del poi, trovano sincronicità e una valenza ben più sostanziale di quando si è vissuta. Scoprendo, in fondo, che la vita ci chiede di scegliere, inseguendo quella scintilla che guida la nostra passione, che ci consente di essere unici e irripetibili, e solo perseguendola, permettiamo all'unicità di emergere definendo la nostra essenza. Ascoltando semplicemente il cuore più che la convenienza, l'istinto più che la coerenza, e offrendo sempre un posto privilegiato ai sogni, come fossero semi da coltivare e curare, i quali, potenzialmente, determinano il nostro cammino.

giovedì 27 gennaio 2011

L'Alfabeto dell'Anima E-Book



E' uscito oggi in formato E-BOOK il libro L'alfabeto dell'anima, a questo link: http://www.scaricaebookgratis.com/ebook_romanzo_molon.php
dove è possibile scaricare gratuitamente una parte.

Autore: Giovanni L'alfabeto dell'anima L'alfabeto dell'anima
Titolo: L'alfabeto dell'anima
Genere: Romanzi
ISBN: 978-88-97175-04-9
Formato: E-BOOK (Libro digitale in PDF)
Anno: 2011
Pagine: 263
Euro: 12.00 €



"L’Alfabeto Dell’Anima"

L’Alfabeto dell’Anima gode di due valenze, la prima assolve al senso di continuità che ognuno di noi, più o meno consciamente prova.

La seconda, riguarda una sfera più personale ed intima ed assolve ad un compito futuro nei confronti di mia figlia.

E’ un libro nato da piccoli pensieri e pezzi di vita vissuta di un paesino della pianura Padana, che si trasferisce in un mondo a me sconosciuto, lontano, che mai conoscerò, prende il largo e si allontana autonomamente dalla realtà che l'ha prodotto.

Ho sempre considerato che i libri possano, in qualche modo, essere un ponte, che collega vari mondi già esistenti o già conclusi, un po', come lo è la luce delle stelle: la si può ammirare da molti luoghi differenti, tuttavia quelle stelle che l'hanno generata, potrebbero non esistere più, anche se, la loro luce continua ad essere ammirata ancora per molto tempo e in molti luoghi lontani.

E’ un libro particolare, di difficile collocazione, che nasce da una visione intima e personale del mondo. Trova condivisione nei sentimenti e nelle emozioni che riesce a trasmettere ed evocare in chi lo legge; in esso affronto in modo personale alcuni temi che si ripropongono nella vita di ognuno, quale sia il senso del vivere e dove si possa cercarlo?

Ecco allora, una delle risposte potrebbe essere: la sapienza, sapienza come rifugio e risposta alle domande dell'umanità.

Tuttavia, cos'è per me la sapienza e cosa intendo con questo termine?

La sapienza a mio avviso, significa “esperienza” che si trasforma in memoria nel divenire del tempo, la sapienza è l'espressione del viaggio della vita, che risiede nella memoria, racchiusa in quel contenitore di attimi vissuti e impressi all'interno di quel giardino, di quello scrigno, che io chiamo l'isola che non c'è.

L'esperienza del vivere comporta una consapevolezza che nasce dal confrontar-si per trovare se stessi.

Nel confronto con se stessi, nella sfida che avviene in quel confronto onesto, contro le proprie paure, i propri limiti, riscoprendo la natura, la sua forza il suo contatto: in questo, risiede il coraggio ed il senso di vivere per vivere.

Riuscendo a sfidare se stessi, ma anche accettando la propria condizione, quando non sia possibile modificarla.

Non mi reputo uno “scrittore” come si intende comunemente, il mio scrivere appare uno scrivere semplice, privo di un architettura frutto di una preparazione adeguata, formata nelle cattedre preposte.

Ciò che io vado a proporre, vuole semplicemente cercare di esporre pensieri ed emozioni, trasferendoli in semplici parole che possano evocarli in chi andrà a leggerle, nel modo più spontaneo e istintivo, fiducioso che chi legge possa essere indotto a ricercare il proprio alfabeto dell’anima nascosto.

Giovanni Molon

giovedì 31 dicembre 2009

Ecco, oggi mi preparo a lavorare l'ultima notte per quest'anno...
In verità, non termina nulla e nulla inizia, è soltanto l'essere umano che ha inserito un fattore tempo, per scandire i giorni i mesi gli anni che sono un continuo senza tempo di ciclicità...
Quindi, auguro a tutti voi un sereno nuovo giro di giostra per il prossimo ciclo ^__^ Jo

martedì 29 dicembre 2009

Mai visto il Duomo di Milano


Mai visto il duomo di Milano, ci sono stato un paio di volte, ma per motivi di lavoro.
Milano l'ho sempre vista come una città grigia e fredda, dove le persone sono chiuse e vanno di fretta, quando sono passato per questa città, un giorno, per recarmi in una azienda, sono arrivato nell'ora di punta di uscita dalle fabbriche, e mi sono ritrovato inscatolato dentro la mia auto e bloccato fra mille semafori, incroci, strade, e, guardandomi attorno, potevo osservare tanti volti pallidi, stanchi, assorti, l'impressione che ho ricevuto era quella di una grande tristezza...
Certo esisterà anche un altra Milano, dove il fasto e la ricchezza prevalgono e sommergono ogni cosa, come nelle immagini del duomo di Milano, illuminato come una vetrina di lusso, che appaiono in questi giorni per la TV.
Milano comunque rimane una città che non mi ha mai attratto, anche se, sono convinto che conoscendola e frequentandola, sicuramente possiede la sua parte buona e bella, ma quello che vorrei evidenziare, è il “punto di vista”, quello che le persone percepiscono, sentono e vedono...
Non è mai univoco e mai è concorde, dipende da molti fattori esponenziali.
Credo che non tutti siano consapevoli di questa cosa, per molti le feste sono gioia, acquisti,divertimento, ferie, regali... per altri sono un aumento del disagio dell'umiliazione del degrado e a volte della disperazione.
Le festività amplificano il dolore e il disagio di chi si trova in una condizione svantaggiata o di sofferenza, e il vedere che tanti possono permettersi, quello che ad altri viene negato, crea ed amplifica quel malessere che esiste in una società dove esistono grandi differenze di condizione socioeconomica.
Per non parlare dei problemi legati alla sofferenza o al disagio psichico, alle depressioni, che in questo periodo esplodono in modo inaspettato.
Chi vive una situazione di benessere e non prova sulla propria pelle le difficoltà concrete del confronto giornaliero con le esigenze primarie e di quelle indotte e proposte a suon di spot pubblicitari, non può realmente comprendere nell’animo, cosa significhi…
Ognuno tende a proporre ed esternare ciò che vive dentro, se dentro esiste serenità, tenderà a vedere gente serena ovunque, se dentro di se c’è sofferenza , vedrà maggiormente sofferenza attorno a se…
Come fosse una calamita che attrae ciò che esiste dentro…
Non sempre la gioia e la serenità di molti che gravitano attorno è d’aiuto per chi non la vive, a volte è solo una beffa ed un oltraggio da aggiungere al proprio disagio e alla propria condizione, e son molti a viverlo, chi non lo dimostra, e nel silenzio della propria dignità lo nasconde, chi lo rappresenta con la rabbia, e chi lo esterna con la violenza.
Quindi, prima di dare per scontato che la propria felicità e serenità, che la propria condizione e situazione sia comune a tutti coloro che ci vivono attorno, forse sarebbe meglio riflettere.
A volte, esternare un proprio privilegio, sapendo che molti di coloro che ascoltano si trovano in situazioni di bisogno, può provocare sentimenti di rabbia o indurre alla depressione.
Ricordo che da piccolo, durante l’infanzia, per me le festività erano il periodo peggiore.
Fra tutti i miei parenti ero quello che viveva la condizione economica peggiore, e quando venivano a trovarmi, per farmi vedere tutti i regali ricevuti o per raccontarmi tutte le avventure vissute sulla neve, in montagna, che io non avevo mai visto, mi sentivo qualcuno di serie B, uno che non può, non può essere non può fare, non può andare, in quanto vivevo una condizione che non mi permetteva quello che ad altri era concesso, relegandomi così ad uno scalino inferiore.
Odiavo le festività, e a dire il vero ancor oggi non le sopporto, tutto questo sfarzo, questa corsa agli acquisti, tutte queste luci e addobbi che non sono per tutti, ma solo per chi se li può permettere, mi creano ancora un senso di disagio e di rabbia e di frustrazione, anche se oggi le cose vanno un po’ meglio, non riesco a staccarmi da quel vissuto che comunque rimarrà sempre parte di quello che sono, tutto questo mi riporta ad identificarmi con quella parte del mondo che non ha da magiare, muoiono 700.000 bambini al giorno di fame nel mondo, un miliardo di persone soffre la fame, mentre noi sprechiamo!
Certo, è nell’animo umano l’egoismo, e quando uno possiede la pancia piena, non può comprendere cosa significhi “aver fame”, ma, le festività con la loro spavalda ostentazione dello spreco del troppo, del di più, del lusso contrastano troppo con la maggior parte di chi quel lusso può solo osservarlo da lontano, quando non sia possibile nemmeno questo.